TRACCIABILITA’ E RETRIBUZIONI

La Legge n. 205 del 2017 ha introdotto, dal 01 luglio 2018, l’obbligo per i datori di lavoro o committenti di corrispondere la retribuzione a lavoratori e collaboratori, nonché qualsiasi anticipo della stessa, attraverso banca o ufficio postale con una delle seguenti modalità:
– Bonifico sul conto identificato dal codice IBAN indicato dal lavoratore
– Strumenti di pagamento elettronico
– Pagamento in contanti presso lo sportello bancario o postale dove il datore di lavoro abbia aperto un conto corrente di tesoreria con mandato di pagamento
– Emissione di assegno consegnato direttamente al lavoratore o, in caso di comprovato impedimento, ad un suo delegato.

Non sono soggetti all’obbligo di tracciabilità:
• I rapporti di lavoro con le Pubbliche Amministrazioni di cui all’articolo 1, D.Lgs. 165/2001
• i compensi corrisposti ai lavoratori addetti ai servizi familiari e domestici
• i compensi derivanti da borse di studio, tirocini e rapporti autonomi di natura occasionale
• gli anticipi di cassa per fondi spese, rimborsi spese ed altre somme corrisposte al lavoratore, diverse da quelle contrattuali.

E’ da ritenersi invece necessario rispettare l’obbligo di tracciabilità per il pagamento dell’indennità di trasferta.

Viene inoltre disposto, che la firma apposta dal lavoratore sulla busta paga non costituisce prova dell’avvenuto pagamento della retribuzione.

In caso di infrazione del divieto di pagamento delle retribuzioni in contanti la norma prevede una sanzione amministrativa da euro 1.000 a euro 5.000.

L’INL ha chiarito, con nota del 04 luglio 2018 n. 5828, che il riferimento all’erogazione della retribuzione comporta l’applicazione di tante sanzioni quante sono le mensilità per cui si è protratto l’illecito, a prescindere dal numero di lavoratori interessati alla violazione.